IJ,tgS OJUSSOU IO VSg.{IO NI orDrra[ opa4lvcspbo.altervista.org/qp2/articoli/1998/QP 1998-A ferraro.pdf-JuoJluoc e oîsodsrp raJBs - oJeuop I€ ocsrJoJrJ rlu - oîînî ns Burru-op

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In d.ifesa di Roberto Setti

mare il bando con cui, a suo tempo, Piero Angela diede il via al-l'attività del CICAP, owero del Comitato Italiano per il Control-lo delle Affermazioni sul Paranormale .

Condivido tuttavia f idea di Giuseppe Perfetto che considera"poco democratico" che il movimento di Piero Angela (definito"leader storico") si sia "autoproclamato per autoinvestitura". Giu-dico per contro estremistico il parlare, in tale contesto, di "set-

ta'.(1)Poiché sono stato tirato in ballo, devo dire anch'io la mia. Mi

riferisco al volume dello psicologo prestigiatore dottor MassimoPolidoro,(2) sia in relazione al professor Luigi Garlaschelli che,per la stessa ragione, m'ha menzionato in un suo articolo.(3)

Nell'articolo di Garlaschelli si dice: 'Ta dato comunque atto aSetti di essere stato un oratore estremamente fecondo e genialeper la sícurezza con cui le comunicazioni avevano luogo"; ma, aproposito, va detta una cosa che può essere accettata solo da chiben conosceva Roberto: la facondia e la genialità oratorie eranopeculiari del suo stato di trance, e non sussistevano assolutamen-te quando la sua coscienza non era allentata; non voglio tuttaviaaffermare con ciò che I'amico Roberto apparisse uno sprovvedu-to. Però mi pare che un tale aspetto non debba essere sottaciuto enemmeno sottovalutato.

Con Garlaschelli mi sono incontrato all'Istituto di ChimicaOrganica dell'Università di Pavia. E'persona simpatica e cordia-le. e abbiamo - e mi sento di dirlo con convinzione - stretto amici-zía. Con l'occasione mi sono visto anche con Franco Ramaccini eLaura Rossetti, sperimentatore il primo nell'ambito del CICAP ecollaboratrice la seconda. L'affiatamento coi tre è stato totale percui, in una tetra serata di nebbia, m'hanno poi accompagnato allastazione da dove dovevo ripartire per Genova alle 2I. A causa diun incidente ho invece lasciato Pavia alle 23; e i tre nuovi amici,che m'avevano accompagnato, sono rimasti con me seguendomi aibinari e salutandomi al muoversi del treno. E dire che Laura eFranco dovevano ritornare a Milano in auto, con visibilità quasinulla. Tutto questo per dimostrare con quanta cordialità ci siamointrattenuti, per di più con l'imprevisto prolungamento di cui hodetto. Nostre divergenze circa l'interpretazione dei fenomeni, nonpossono pertanto essere astiose ma costruttive.

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orDrrat opa$yw

45In difesa di Roberto Setti

del tutto indipendente dal fenomeno "presunto apporto".Ritornando in tema, il caso più clamoroso fu quello della ma-

schera: un ex voto d'argento conformatosi nelle mani della dotto-ressa Nuccia Ghezzi, sconosciuta nell'ambiente del cerchio fio-rentino, amica di mia moglie e mia, che avevamo portato con noi aFirenze. E' evidente come la stessa non potesse assolutamenteessere stata coinvolta in alcuna implicazione truffaldina e in nes-sun presupposto di tale sorta, essendo oltre che persona di no-stra assoluta fiducia (questo, però, ha un significato puramentemorale e personale, pertanto non presenta alcun valore scientifi-co) , ma anche per un particolare essenziale. Durante il viaggiod'andata, c'eravamo fermati all'autogrill di Serravalle e quell'ami-ca - cui avevo detto che un eventuale apporto, secondo la prassi,sarebbe stato per lei - espresse spontaneamente la speranza che,se un oggetto le fosse stato apportato, questo avesse un significa-to per la sua figliola Orietta che, a Milano, stava incontrando qual-che difficoltà nelf inizio del suo lavoro di giornalista. E accaddeche di significati, riferiti a quella maschera d'argento, per la ra-gazza non ne sussistesse uno soltanto, bensì due, per di più assaipregnanti e congruenti. Nella fattispecie - e io sedevo fra Robertoe Nuccia - potei vedere perfettamente che I'oggetto piatto mad'estensione superiore a quella delle due mani giunte del medium,debordava dalle medesime. Inoltre, una volta che Roberto ebbeinserito le sue mani con le palme affacciate e I'oggetto interposto,fra le palme congiunte di Nuccia, I'oggetto stesso fu fatto scivola-re, identicamente collocandosi, fra le mani della nostra amica. Inquel momento, il compito di Roberto era finito e le sue mani "si

spensero" secondo le modalità consuete con riferimento all'ap-porto awenuto, mentre della manifestazione divenne protagoni-sta esclusivamente Nuccia, con modalità abituale, come se il fe-nomeno fosse continuato e si fosse concluso nelle mani di Rober-to. Ho la certezza che questo legame fra un aspetto intellettivo euno fisico di quella manifestazione - mi riferisco al desiderioespresso da Nuccia e al signifrcato dell'apporto - sia stato uno deipiù rilevanti della casistica da me osservata frequentando le se-dute del Cerchio Firenze 77, anche per il suo carattere almenoapparentemente precognitivo, dato che l'aspirazione della nostraamica (che l'apporto avesse un significato per Orietta) venne

08-09 rp (ear€loerrc) Buoz Bun aîuEcIIduI oîuaurBr^ o .(rur 0t-09rp oL33€J un ur B+IocreJ aldruos,, Bsourrrnl ezuelsos BII€ BITJaJIJouorssaJdsa,llap ol€curu8rs Ir \IozzafL rp auorzElal €llB oîrJaurur a.rd(uas 'a.r11our opue"rduroc uoN 'a.roden

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orDrrat opa$yw

In difesa d.i Roberto Setti

cm di diametro. Infatti, la sostanza stessa non debordava di tantodalle mani di Roberto, sicché questo ragionamento metrologicoappunto non mi torna. Ho anche notato il contrasto tra I'afferma-zione che i vapori - denominati, non so perché, "frange vaporose"mentre si trattava d'una colonna turbolenta e compatta (nel sen-so di densa) e non certo sfrangiata - si diceva raggiungesse i 70-80cm d'altezza. Altri, invece, hanno scritto che lambisse il soffrtto,per di più d'un ambiente piuttosto alto. Come ho detto, non riten-go di sbagliare troppo parlando di un paio di metri d'altezza; equesto dietro valutazione appunto mnemonica, dato che allora nonfissai l'attenzione al suo sviluppo in verticale ma, in particolare,all'essenza analoga a quella del vapore emesso da una pentolonad'acqua in forte ebollizione. Di sfrangiamento, mi pare invece dipoter dire circa la parte terminale della colonna dissoventesi, al-meno a mio ricordo, prima di raggiungere il soffrtto. Un altro puntoche, tuttavia, non posso confutare, concerne la caduta di foglied'ulivo. Quella volta, cui un testimone fa riferimento, senz'altro,non ero presente, in quanto io assistetti a tre "piogge", a una dipetali di rosa e a due di foglie d'ulivo, tuttavia con modalità diffe-renti. In quella terna di casi, infatti, gli oggetti precipitarono in-vestendo tutti, come colpiti da una gragnuola, perché la sensazio-ne appunto di tutti fu quella di essere stati investiti da una piog-gia di chicchi piccoli e duri (tipo riso o qualcosa di simile) lanciaticon violenza. come se fosse stata usata una fionda.(7) Tuttavia unafionda avrebbe concentrato il tiro in una ben determinata zonadella sala-salotto, mentre petali e foglie furono trovati sparsi su"tutto" il pavimento del gxande ambiente e, una volta in cui fuoripioveva, le foglie risultarono bagnate e intercalate a chiazze d'ac-qua. Altro aspetto saliente di quelle manifestazioni - awenutecon un rumore d'un vero e proprio scroscio, come se realmentefossero stati lanciati dei chicchi e non oggetti leggeri e non com-patti (soprattutto con riferimento ai petali) - è che, per effettovela, sarebbero state caratterizzate da rallentamento degli oggettistessi, assumendo il carattere dello svolazzo e non del moto, di-rei, balistico. Tuttavia foglie e, in particolare, i petali, li trovam-mo senza la minima ripiegatura o gualcimento, e ciò in manieradel tutto incompatibile con la supposizione che gli stessi potesse-ro essere stati lanciati ricorrendo appunto a una fionda, nel cui

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ororrat opa4lvw

In dífesa di Roberto Setti

in tempo nullo, il tipo di particelle che stimolano il senso del-l'odorato. In un'occasione, in cui la seduta terminò con un inten-sissimo profumo di rosa, questo ci impegnò talmente e ci accom-pag:nò frno a Genova. Dopo forse un paio di giorni, entrai nel boxper uscire con la vettura, con una persona che notò I'intensitàdella sensazione odorosa e mi chiese quale ne fosse I'origine. Que-sto non lo dico per sostenere il fenomeno in sé, ma per porre inrisalto una permanenza incompatibile con lo scambio immediatodi profumazione che aweniva durante le sedute, che induce apensare come le particelle odorifere fossero addirittura governa-te da fenomeni di apporto e asporto istantanei. Forse anche inquesto senso varrebbe effettuare prove di laboratorio, proprio peraccertare se è possibile che due profumi intensissimi possanoscambiarsi senza alcuna inetzía, analizzando anche il comporta-mento della mucosa nasale, disponendo owiamente di ambientidiversi in cui operare. In sostanza, si tratterebbe di trasporrenell'ambito dell'odorato, qualcosa di consentaneo a quanto si ve-rifica in acustica e in ottica (assordamento e abbagliamento, ma-scheramenti, allucina zíoni, permanen za della sensazione, ecc. ).

Passiamo ora all'argomento più saliente della questione, ov-vero ai fenomeni complementari d'asporto e d'apporto. Tralasciodi riferirmi alle questioni pratiche e morali di cui si dice nell'arti-colo comparso su "Scienza e paranormale", giudicandole di logicaformulazione da parte di un autore scettico anche se obiettivo e miriferisco subito alle due fotografie, quelle del fregio d'ottone, perve-nuto - si presunse - incompleto e completo, da me fotografato e de-stinato a Silvio Ravaldini.(10) Circa I'essenza d'un possibile trucco iostesso ne discussi, allorché venne sollevata una critica dal presti-giatore Vanni Bossi il quale, tuttavia, propose fra due semplici pos-sibilità di tmcco, la meno pratica,(1l)mentre Garlaschelli, nel suoarticolo, fa riferimento alla più impugnabile, cui io medesimo avevopensato, ai tempi stessi dell'evento accaduto nel 1975.

Con riferimento a quelle fotografie di oggetti in corso di for-mazione, purtroppo usai una macchina fotografica di vecchia con-cezione, senza tutti gli automatismi di cui sono dotate quelle mo-derne. Pertanto è logico che l'armeggio non sia stato semplice.Tuttavia la leggerezza dell'apparecchio mi consentiva di reggerloe di scattare con una mano sola. dato che la messa a fuoco era

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'azua.r-T,i[ € 'aS 'aluelrodur resse a"relocrlred un aJ€aurlollos auar^uoc'olrsodo"rd e 'g 'alueururnflr od"roc Ir oî?os or.rdo.rd aluaurernrro ,au-orlsanb ur €urlauour BIIap Blnpec el opueunuJalap 'erac e1 ollorcseq BrnleJadual elap oluarune.l 'essals aenl ellap auorsuacc€(llv'EJoc BIIap uoc'epedruel €un B oîuarurJadsa,lap o11a33o Blauoru eI-occrd eI oî€ssg Ja^B.p oîBruJoJur rod eq,tu aloîBluauuads ossalsoT 'B?rcsnrJ aluarrr€l1a;"red 'a"reua8

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orprrat opa4|V09

In difesa di Roberto Setti

menti l'ambiente, ma ammissibile, pensando all'effettuazione diprecedenti prove, sì da dare una certa sícttezza all'operazionecondotta nell'oscurità e presupponendo l'aiuto di qualche compli-ce. Ma, prima che la manifestazione avesse luogo, Roberto (o "chi"

per lui?) m'aveva invitato a spostarmi in un angolo della sala, na-turalmente molto decentrato rispetto al lampadario, per cuidecade l'ipotesi del trucco perpetrato come supposto. Inoltre, puruscendo dal tema che stiamo conducendo, a proposito di quellachiavetta, voglio ricordare una manifestazione di cui già ho dettoe che awenne molto tempo dopo, a casa mia. Essa consisté nelrammollimento per breve tempo, quale fosse cera intiepidita, dellachiavetta oggetto di quell'apporto retta da una catenella al collodi mia moglie Luciana. Inoltre vi fu anche l'epifenomeno del pas-saggio della catenella dall'ansa della chiavetta, all'annellino ester-no. Ripeto che ero "a casa mia" e che erano presenti "soltanto Lucianae mia figlia Laura".(r3) E' immaginabile, anche da parte di chi non leconosce, che queste mie due congiunte m'abbiano imbrogliato? E'owio che una tale manifestazione abbia anche confermato I'episodioin merito al quale ero e sono certo, per cui un "mio" tronchesino daunghie, owiamente d'acciaio, estratto da una "mia" tasca, sia dive-nuto molle e l'abbia personalmente potuto rompere con le "mie

stesse mani" dopo che il "famigerato" Uri Geller l'aveva solo sfio-rato coi polpastrelli.(14)Ancora una volta mi domando se vi sia unprestigiatore che possa fare altrettanto, ma non credo, anche seMassimo Polidoro s'è dichiarato in merito disponibile.

Passiamo ora alla luminescenza del presunto ectoplasma. Essa,per quanto concerne la mia testimonianza, iniziava dalla puntad'un dito, indi ad altre per estendersi poi a tutte le mani. Semprecon riferimento alle fonti citate da Garlaschelli (come deve esse-re stato per lui penoso il dover operare alla luce di riferimentidiversi e soggettivi e, comunque, ben poco precisi) ancora una voltadico che il parlare di luminescenza "informe e vaporosa" comedetto dall'ingegner Yiezzoli, è assurdo, in quanto v'erano due tipidi manifestazioni ben distinte, ovvero, Ie mani "bagnate di luce"insieme alla massa filante della sostanza pastosa e, in secondaistanza, I'emissione "abbondantissima" di vapori "non luminosi"ma diffondenti Ia luce con I'instabilità propria di una sostanzagassosa in ascesa turbolenta, sicché i volti dei presenti, anche in

51

-orzBu€ruo(Ilap BzuossE(I'Bsnltuoc ouotzElsaJtuBlrr B Bzuocsoununl€1ap o1€rparurur rs€nb oluarurpecap uou Ir oJa^^o 'rpqruallour

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-Turlqc rp oîsa ens BIIau 'ossals rTIar{asBIrBC .rosse;ord II arlp essodo1 esocpnb aqt alrc€J 4rd q 'errre11n1 'o1.rau u1 ',,a.roderr,,

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orDrraú opa$yz9

In difesa dí Roberto Setti

ne di vapore; inoltre la soluzione utilizzata per la manifestazionelasciava le mani bagnate ed era necessario, per ripulirle, un buonlavaggio con acqua e sapone. Si osservi che la sostanza impiegataper la prova era stata ottenuta dalla miscelazione dei due com-posti impiegati nella fabbricazione delle cosiddette "trekking

light" o "cyalume" (lampade chimiche d'emergenza). AI tutto vaaggiunto che, pur essendo la luminescenza delle mani ben ripro-dotta, le stesse risultavano integralmente luminescenti, non es-sendo rilevabili quelle macchie scure dovute a bagnatura non to-tale, come accadeva con Roberto, e non era presente nemmeno lamassa pastosa filante. A Genova, inoltre, nulla è emerso che po-tesse richiamare il cosiddetto "effetto lucciola" sempre presentenel corso e, talora, anche dopo le sedute frorentine. In quanto al-I'odore, la mia testimonianza sulla relativa identità la penso at-tendibile, poiché le prove Ie condussi fra una seduta e l'altra, sic-ché è improbabile una mia valutazione errata per eccessivo difet-to di tempestività in fatto di confronto sia nel passato (fra sedutaed esperimento) sia nel futuro (fra esperimento e seduta).

Indubbiamente il professor Garlaschelli ha superato ostacoliessenziali, owero ha eliminato il decadimento non immediato dellaluminescerrza e, inoltre, ha ottenuto che, durante la prova e a pie-na luce, le mani risultassero asciutte. Ho anche visto qualchepuntolino della luminescenza forse leggermente pulsante e unatenuissima emissione di vapore. Fra l'altro, ripensando ora a quelleprove, mi sfiora il dubbio d'aver provato ciò per suggestione. Questidue par t ico lar i , qu indi , nonostante un p iccolo s ign i f icatoqualitativo, sono comunque risultati irrilevanti rispetto a ciò cheavevo tante volte visto con Roberto, dal punto di vista quantitativo.

Tuttavia all'osservazione che, a mio giudizio, rispecchiassemeglio il fenomeno presunto medianico la prova eseguita a Geno-va anziché quella condotta a Pavia, l'amico Garlaschelli prese una"trekking light" e ripeté la prova fatta a Genova. IndubbiamenteI'effetto risultò migliore, col subentro tuttavia degli inconvenien-ti di cui già sapevo, peculiari d'un tale artifrcio sperimentale. Mami lasciò molto stupito la certezza che I'odore fosse completa-mente diverso: una differenza tale da giustificare detta certezza,anche oltre un decennio dopo d'aver provato quella così ben defi-nita sensazione olfattiva. Questo fatto penso sia dovuto al cam-

53

oîsîsap €q oîuaureîJodruoc r-nc 11 'ossncsrp resse or88euosred tm,p

e\Ier1 IS Ill€JuI 'apqrpuall€ uou oluenb ur oleJaprsuoc e^ uou anp

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Iap auorzB^Jasso.ll€ ollopuoc el{rru rsJa^rp r}uarqruB ur a lllnrpaturlualaJJrp uoc auorz€luatur.rads Brru eT 'rrrrlecgru8rs IBSSe atu op-uocas 'rposrda anp a"r.rodo.rdr"r onap 'oluauro8.rerlle olrJaru uI

erluaraJJrp olu€î (orqqnp our-luTur [r oq uou e) .aluarueJncrs,, rî€llnslJ ouos uopo anp r 'orrrlour

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Iur oîîeJ al€1 un aruoc alqrsua"rdruoc er^811n1 Q !a.ro11npo"rd 1eprleEardurr rcrrun{c rlueuodruoc r auJocuoc oluenb .rad eluaur€r^ o'Bue4 e elezzrlr1ln e11anb €p esJa^rp aluatueJncrs BJo 'e,r'ouag Ee+Bsn ,,?qFTI 3uu14a.r1,, e1 'ezuelsos ur Írnrlrsodsrp II€1 Tp auorzecrJq-qBJ €llau TîBSn rluauoduroc rap 'a"ro11npord

1ap eped ep 'oluauerq

orDrrat opa.(1yw

ooIn difesa di Roberto Setti

molto scalpore, essendosi a lungo spacciato per medico, pur non

essendolo,lttga.ttta.tdo non solo estlanei, ma anche ambienti qua-

lificati e una vasta cerchia di amici (io compreso) che riponevano

in lui stima e simpatia. Indubbiamente persona di prestigio è I'al-

tra, sia per cultura scientifica e generale quanto per i validi con-

tributi che ha dato, in fatto di conoscenza e d'impostazione scien-

tifica. Tuttavia, di fronte all'ambiguità dei fenomeni paranormali- in merito alla cui realtà sono certo che quella persona sia con-

vinta e ne ho le prove, pur non intendendo in merito parlare -

questa persona, dicevo, è trattenuta a scoprirsi da un blocco psi-

cologico d.a ,,terrore d'urtare la scienza". Anche il suo giudizio,

pertànto, può essere stato condizionato. A questo testimone ho

óhiesto un parere circa la questione dell'odore emanato durante

l,,,ectoplasmia artifrciale" e quella presunta autentica e mi è stato

risposlo come, a distanza di tanto tempo, una risposta fosse im-

possibile. Io, invece, su tale sensibile discordanza olfattiva' sono -

àome già ho detto - fermamente convinto. E, per concludere, devo

dire di non riuscire a comprendere il motivo per cui da Pavia si

sia preso contatto col professor Guanti di Genova, che aveva ri-

rpotto così cortesemente alla mia richiesta di collaborazione,

mentre non si sia pensato a sollecitare anche il mio intervento,

avendo io parteciputo u decine di sedute ed essendomi a fondo

interessato d"ttu questione, contro le due o tre presenze della

coppia di testimoni scelti. Per il primo si può parlare di comodità

logistica, risiedendo egli nelle vicinanze, ma la residenza del se-

condo è a distanza forse doppia rispetto a Genova.Devo tuttavia concludere che Luigi Garlaschelli ha terminato

con correttezza il suo articolo, ma anche esternando la mia convin-

zione che in definitiva, la questione della possibilità di realizzare in

laboratorio il fenomeno fisico complesso cui abbiamo fatto riferimento

e che si rilevava durante gli incontri con Roberto setti, rimane - a

mio giudizio - tuttora pendente e, di conseguenza, irrisolto.Prima di chiudere. devo ammettere che di critiche in merito alla

medianità di Roberto Setti ne sono state sollevate anche per altre

ragioni, tuttavia esulanti dalla mia competenza, in quanto riferite a

fatti non awenuti in mia presenza e contrarie, pertanto, al mio prin-

cipio di ritenermi moralmente autorizzato a parlare con certezzasoltanto in merito a quanto ho potuto rilevare di persona.

'00p-869'EEed'uaprql 191;

'WI-E7T'88ed'1'1rc'do) ezueruoturîsa,l (gI )'rlelrcal ouers Bînî4so.rd eunp ruse8.ro 13 pîn1 aqc auorzurrrJogeúIl€ elerrrnbe

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